Sant'Alfonso Maria de' Liguori - Il quartiere di Labaro/Prima Porta
Progettista: Sergio Ricci e Carlo Fioravanti
Anno di realizzazione: 2000
Fin dai tempi di Augusto, lungo il corso del Tevere, i ricchi romani erano usi insediare le loro ville immerse nel verde, mentre nella campagna circostante erano presenti alcuni casali agricoli. È il primo insediamento consistente di Labaro. Poi, per tanti anni, nulla più e per avere un altro forte insediamento occorre arrivare agli anni '40 del '900 con la costruzione delle fornaci per la lavorazione dei laterizi, utilizzando la terra argillosa e l’acqua del Tevere. Intorno a quell'insediamento industriale, a poco a poco, sulle colline circostanti si formano le prime casette abusive, realizzate dagli stessi lavoratori delle fornaci. A seguire, alla fine della seconda guerra mondiale, a popolare quel territorio furono centinaia di abruzzesi, marchigiani, ciociari e abitanti delle campagne laziali che affluirono, in massa nei suburbi est di Roma e anche a Labaro e a Prima Porta, che già si presentavano come borgata consolidata. Da quel momento, la crescita fu praticamente ininterrotta e, con la costruzione, sul Tevere, della diga di Castel Giubileo, ad opera della Società Idroelettrica Tevere e poi passata all’ENEL, negli anni 50, arrivarono sul posto anche molti operai provenienti dall'Umbria. La zona è un esempio illuminante di come abbia cominciato a formarsi l'abusivismo (molto di necessità) nelle periferie romane, con classi poco agiate della popolazione, in genere operai, che costruivano case di fortuna su piccoli lotti di terreno acquistati dai grossi proprietari terrieri per costruirsi da soli l'alloggio.