Sant'Alessio - Case rosse
Progettista: Eligio Rubeis
Anno di realizzazione: 2000
Percorrendo la via Tiburtina, al sedicesimo km, superato Settecamini, sul lato sud della stessa, sorge il quartiere di Case Rosse, in una zona "insaccata" tra viale del Tecnopolo, via Monteodorisio e un tratto di via della Tenuta del Cavaliere. Case Rosse è un'area densamente popolata la cui toponomastica si rifà ai nomi dei Comuni abruzzesi e molisani. Tra la fine degli anni '40 e i primi '50 del ‘900, i contadini di Settecamini costituirono una cooperativa ed occuparono e coltivarono le terre dove attualmente sorge il centro abitato. Col tempo, quella sacca di territorio cominciò a riempirsi e ad assumere l'attuale conformazione essenzialmente caratterizzata da casette basse, nate in gran parte abusive. La zona è divenuta più recentemente e tristemente nota a causa dell'inquinamento dei territori limitrofi al corso dell’Aniene che hanno accumulato per anni rifiuti e liquami, con le cave di tufo ora interrate e presumibilmente coperte dai rifiuti. Per molto tempo il Comitato di Quartiere Case Rosse ha denunciato lo stato di degrado del fiume Aniene e la presenza di rifiuti pericolosi interrati in tutto il quadrante est di Roma. Sempre per l'inquinamento, per anni hanno tenuto banco le vicende legate la Basf (ribattezzata l’Ilva di Roma dagli autori del libro inchiesta “Ferro e Fuoco”, scritto da quattro giovani giornalisti vincitori del premio Morrione 2014, Edoardo Belli, Elena Risi, Rossella Granata, Valentina Vivona).